Sperone Speroni, celebre letterato italiano, nacque a Padova il 19 aprile del 1500. Studio filosofia a Bologna si laureo a Padova; e nel 1525 a soli 25 anni fu chiamato a Bologna quale professore in quella Università in sostituzione del suo grande maestro Gomponazzo morto in quell'anno. Ma in quel posto non poté restare a lungo, i suoi interessi lo richiamarono a Padova per aiutare la famiglia rimasta senza appoggio dopo la morte del padre che era medico a ,Roma alla corte del grande Papa Leone X (Giovanni de' Medici). Lo Speroni fu chiamato varie volte a Venezia per consigliare que1 Senato su vari provvedimenti legislativi. Scrisse una tragedia intitolata «Canace» che lo rese celebre in tutta Italia; nel 1561 fu chiamato a Roma dove il cardinale Borromeo (che fu poi S. Carlo) l'ammise nelle adunanze nel suo palazzo e lo presento allo zio suo che era il Papa Pio IV. Dopo qualche anno lo Speroni senti il desiderio di ritornare a Padova, e nel 1564 parti da Roma con grande rammarico del Papa che lo creò cavaliere. II suo arrivo a Padova fu un giorno di festa per la città, tutti gli andarono incontro facendo rombar l'aria di numerose acclamazioni. Ritorno a Roma nel 1575 chiamatovi dal Papa Gregorio III (Ugo Buoncompagni) il quale appena eletto volle presso di se lo Speroni che aveva conosciuto a Bologna. A Roma il nostro celebre concittadino, ormai vecchio, ci sarebbe rimasto fino alla morte se non fossero state le persecuzioni dell'Inquisizione alla quale i suoi scritti, a dire il vero non molto religiosi, erano stati denunziati. Fu obbligato a difendersi davanti a quel terribile tribunale, scrivendo altre opere tutte contrarie alle sue opinioni, ed un po' con la sua scienza un po' con la protezione del Papa poté salvarsi dalla condanna. Questa lotta lo disgustò altamente di Roma e parti per Padova nel 1578 cercando in patria quella pace che invece non trovo. Disgustato del mondo, lo Speroni non accetto le offerte dei Duchi di Parma, di Urbino, di Ferrara e di Toscana che tutti lo volevano alla loro corte. Anzi il Granduca di Toscana per rendere più pressante il suo invito, impiego il richiamo anche della moglie, la celebre Bianca Cappello. Speroni non si lascio lusingare da nessuno e preferì la tranquillità della vita privata. Pareva che a Padova nulla dovesse turbare la sua quiete, quando una notte alcuni ladri s'introdussero nella sua casa in via S. Anna (ora via Sperone Speroni), lo imbavagliarono, lo legarono alle colonne del letto e portarono via quanta egli possedeva di più prezioso. Tanto fu il suo spavento, che ormai vecchio di 88 anni morì pochi giorni dopo e cioè il 2 giugno 1588. I suoi funerali furono celebrati con una pompa straordinaria: ed il Comune di Padova nell'anno seguente 1589 delibero di fargli erigere un busto nel Salone, che venne inaugurato nel 1594 e che tutt'ora vedesi cola accanto a quello di Tito Livio. Lo Speroni, fu amico e corrispondente con tutti i più illustri letterati del suo tempo, e Torquato Tasso lo chiamava suo maestro ed In un sonetto composto In occasione del passaggi,o di Maria d'Austria per Ferrara e Padova, dichiaro che bastava alla gloria d'Italia poter mostrare a tale Sovrano i due personaggi più rinomati e cioè il Duca di Ferrara suo protettore ed il padovano Sperone Speroni. Lo Sperone finché visse venne paragonato a Omero, Aristotele, Demostene e Platone, e benché grandi fossero i suoi meriti, tali lodi erano certamente esagerate. Ma il nostro Speroni non s'insuperbì mai e visse sempre modesto in mezzo a tanti onori. I suoi manoscritti si trovano nella Biblioteca Vescovile, e nel 1776 due suoi discendenti fratelli Arnaldo e Ginolfo Speroni entrambi sacerdoti, fecero erigere la Statua che trovasi nel recinto interno del Prato e che porta il n. 67. II Municipio di Padova intitolo al suo nome le soppresse vie Concariola e S. Anna, attraversate da via Vescovado.
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